Flea market
Vita sostenibile

L’ecosostenibilità dei mercatini delle pulci e di seconda mano

Il primo mercatino delle pulci al quale sono andata era stato organizzato nel parco pubblico che circondava la mia scuola elementare. Era un piccolo ritrovo di loquaci venditori e la maggior parte delle bancarelle ospitava giocattoli, souvenir riciclati e solitari mobili. Mi piacevano quei giocattoli che non riuscivo a trovare nei negozi “normali” ed ero affascinata da come la loro superficie rifletteva la luce del sole filtrata attraverso i rami al di sopra delle bancarelle. 
Crescendo ho avuto modo di visitare tanti altri mercatini attraverso l’Italia e l’Europa. Il mio interesse però non riguarda più i giocattoli, bensì i libri di seconda mano, mentre il fascino derivato dalla luce del sole filtrata dai rami ha lasciato spazio, in parte, a brevi lamentele su potenziali colpi di sole (andare per mercatini sotto il sole siciliano di luglio) o sui miei ricci congelati (andare per mercatini in una ventosa e nuvolosa giornata belga con -4°).
Ciò che è comunque rimasto con me è la sensazione di dare una nuova vita agli oggetti sparpagliati su quelle bancarelle. Oggi, da giovane donna interessata alla sostenibilità e alle abitudini a impatto zero, non posso non associare i mercatini delle pulci a una delle molteplici forme di attività ecosostenibili da praticare.

Vediamo perché.

L’aspetto pratico dei mercatini: riqualificare gli oggetti di seconda mano

I mercatini delle pulci e si seconda mano sono mercatini dove è possibile trovare differenti tipologie di oggetti di seconda mano. Solitamente organizzati in piazze o stradine di centri storici, a seconda della posizione possono ospitare da poche decine sino a un centinaio di espositori.

La merce consiste in pezzi da collezione, d’antiquariato, mobili antichi, abbigliamento o accessori vintage, libri di seconda mano, oggetti d’arredamento o semplici souvenir, artigianato etnico o locale, pezzi di ricambio e fondamentalmente quasi tutto ciò che si desidera acquistare al di fuori del cibo.

L’idea principale dietro questi mercatini e negozi è che la nostra spazzatura può diventare il tesoro di qualcun altro. E se quel qualcun altro è abbastanza creativo, tale spazzatura potrebbe essere persino riqualificata in maniera tale da acquisire una nuova e originale anima.

Il significato ambientale dei mercatini: riusa, ricicla e…riduci!

Da un’altra prospettiva, è possibile affermare che i mercatini hanno un impatto positivo sull’ambiente. Donando un nuovo scopo ad un oggetto che qualcuno non utilizza più, infatti, ogni acquirente enfatizza il valore che quell’oggetto ancora possiede. Riassegna un significato a qualcosa che sembrava non averne più.

Potrebbe non essere più utile per quell’individuo che una volta lo possedeva, vero, ma può ancora giocare un ruolo nella vita di qualcun altro. In questo modo, venditori e acquirenti sviluppano un vero e proprio modello di consumo sostenibile che si focalizza sulla riqualificazione piuttosto che sullo smaltimento insensato e dunque sull’inquinamento.

Se guardiamo all’ampio spettro di significati che il termine sostenibilità include, questo approccio è strategico, in primo luogo, in termini di protezione ambientale. Ciò significa che sebbene non tutti gli acquirenti comprino oggetti di seconda mano con un proposito coscientemente sostenibile e ambientalista (magari apprezzano semplicemente quell’oggetto e basta), le loro azioni aiutano comunque a ridurre i rifiuti.

Così facendo, giorno dopo giorno la quantità di oggetti che viene gettata nelle discariche e contribuisce a creare delle verdi montagnole puzzolenti diminuisce. In altre parole, non inciamperemo sulla vecchia collezione di vinili ormai rotti dei nostri nonni mentre camminiamo sulla spiaggia durante una splendente domenica d’estate; al contrario, tale collezione potrebbe essere stata l’oggetto d’acquisto di un’altra persona che potrebbe, ad esempio, farne delle borse originali.

Sembra una delle mia bancarelle preferite 🙂 (Fonte: Pixabay)

I benefici sostenibili dei mercatini

Ovviamente, la dimensione economica dei mercatini non può essere ignorata. Sebbene possa essere arduo trovare delle super offerte quando si tratta di antiquariato, gli oggetti presenti sulle bancarelle sono di solito economici e hanno un certo livello di qualità. Questo ci dà l’opportunità di risparmiare o di guadagnare sul lungo termine, rivendendo il medesimo oggetto qualora si faccia un affare particolarmente speciale. Di conseguenza, se consideriamo il significato di base del termine “sostenibilità” (cioè capace di esistere e continuare su un lungo periodo di tempo), le nostre finanze ci ringrazieranno sicuramente.

Allo stesso tempo, i mercatini producono benefici ad un livello più personale. Al di là della soddisfazione scatenata dall’offerta economica, uno degli aspetti positivi che la gran parte dei mercatinomani osserva è l’influenza benefica sulla loro immaginazione. Che voglio dire? L’atto di acquistare un oggetto di seconda mano o artigianale ci può aiutare a comprendere l’importanza della creazione e dello smaltimento dell’oggetto stesso.

Riflettere sul processo creativo ci permette di capire il procedimento di lavorazione delle materie prime, il tempo impiegato e le fasi necessari per assemblarlo. Capire, quindi, che le cose non crescono sugli alberi.

Per quanto riguarda lo smaltimento, la grande quantità di oggetti presente sulle bancarelle non può non colpire la nostra attenzione: souvenir, vestiti, accessori, libri, CD, posate, vasi, mobili, oggetto uno, due e tre. Oggetti ovunque. È una situazione che ci dovrà pur scatenare dei quesiti: quanta roba produciamo inutilmente ogni anno? Quanta roba buttiamo via con nonchalance? Oh, e perché così tanta? 🙂

Ma su un piano più positivo, l’immaginazione può anche essere stimolata diversamente. Avete mai pensato al precedente proprietario dell’oggetto? Si tratta ovviamente di un approccio che varia da persona a persona, ma ho sempre trovato affascinante immaginare chi fosse. E perché mai questo proprietario se n’è disfatto? Da chi l’aveva ricevuto? Quale tipo di ricordi e storie preserva? Mi pongo soprattutto queste domande quando compro un vecchio libro e trovo una dedica fra le prime pagine. Oltre a considerare i libri dei regali meravigliosi, sono dell’opinione che l’atto di scrivere una dedica sia ancora più significativo. Un altro elemento che fa volare la mia immaginazione.

Inoltre, i mercatini possono pure produrre un certo impatto sociale sulle comunità locali. Come abbiamo visto, hanno solitamente luogo nei centri storici. Poiché alcuni di questi centri sono spesso abbandonati dai locali, i mercatini diventano un’ottima opportunità per riscoprirli e ripopolarli, supportando, allo stesso tempo, attività e servizi locali.

Il concetto di comunità mi porta anche a quello di network, e al fatto che visitare i mercatini delle pulci e di seconda mano potrebbe essere un modo come un altro di allargare la propria rete. I venditori e gli altri acquirenti posseggono una certa conoscenza di un determinato settore del quale potreste essere esperti o amatori. Un’occasione, quindi, di incontrare individui dalla mentalità simile con cui scambiare esperienze e consigli. Da cui imparare qualcosa che non immaginavate potesse esistere. E chissà quali altri opportunità potrebbero emergere!

Normalizzare gli acquisti di seconda mano

Nonostante i benefici, normalizzare l’acquisto di oggetti di seconda mano è ancora problematico, che siano regali od oggetti personali. La tipica risposta che ricevo quanto interagisco con qualcuno totalmente contrario a questa pratica oscilla fra “deve proprio essere povera in canna” e un assoluto silenzio accompagnato da una rotazione di bulbi oculari disgustati. E per quanto la ritenga un’opinione prevenuta, la comprendo. In certi casi, la sensibilità non cresce sugli alberi e siamo qui per sensibilizzare, giusto? Dobbiamo lavorarci tutti.

Ovviamente, l’acquisto di oggetti di seconda mano è da considerare caso per caso (io, ad esempio, sono ancora reticente con i vestiti), ma deve essere normalizzato. Non ci vedo nulla di disgustoso nel comprare un vecchio libro il cui unico problema è contenere pagine ingiallite (a parte il “danno” prodotto alle case editrici, ovviamente). Inoltre, sebbene sia vero che non è possibile trovare proprio tutto ciò che si cerca, dall’altro lato non si può negare l’impatto positivo dei mercatini e come aiutino gli individui a riscoprire veramente un approccio alla vita più sostenibile sotto molteplici punti di vista.

Tutto considerato, i mercatini mi hanno aiutato a riassegnare un valore alle cose e al loro processo di creazione e smaltimento. Sono i luoghi dove si percepisce la storia degli oggetti e il loro impatto sulla nostra vita, motivo per cui ritengo possano essere inclusi nel “pacchetto dell’ambientalista perfetto” :D.

Ma adesso ditemi, quali sono le vostre esperienze sostenibili coi mercatini?

G.

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