Comunicazione sostenibile

Dialogo e comunicazione interculturale come strumenti per la sostenibilità

Eeeed ecco l’articolo intellettualoide.
Ho sempre amato le lingue e le culture straniere. Così come ogni italiano che si rispetti, anch’io ho membri della mia famiglia sparpagliati per il mondo – Stati Uniti e Argentina per la precisione – e sono cresciuta affascinata dai flussi migratori e dalle relazioni interculturali. Di conseguenza, quando a 17 anni ho avuto l’opportunità di prendere parte a uno scambio culturale in Austria, ho chiesto (“torturato verbalmente” sarebbe in realtà l’espressione più corretta) alla professoressa interessata di coinvolgermi nel progetto. Trascorsi una settimana intera circondata da persone provenienti da tutta l’Europa, vivendo a casa di una famiglia austriaca di origine turca. Ed è stato magnifico.
Da allora ho avuto la grande opportunità di creare legami con tante alter persone sparpagliate per il mondo. Che dono!
Queste relazioni sono gli esempi migliori che utilizzo per aiutare altri individui a comprendere l’impatto che un genuino dialogo interculturale può avere ad ogni livello.
Un genuino dialogo interculturale per relazioni più sostenibili, per maggiore cooperazione, per un pianeta più sostenibile.

Per quanto il nostro pianeta sia globalizzato e interconnesso, capita spesso che si verifichi un vero e proprio vuoto comunicativo tra le culture. Un atteggiamento che fin troppo spesso è vittima di pregiudizi e superficialità.

Non è qualcosa di nuovo, d’altronde. La storia del mondo è anche la storia di una mancanza di dialogo interculturale. Di dialogo e basta, okay :D, ma restiamo nel campo dell’intercultura per adesso.

Permetto un attimo al mio idealismo di prendere il sopravvento: potete immaginare cosa succederebbe se i terrestri con background linguistici e culturali differenti, iniziassero davvero a dialogare?

Okay, forse non proprio il paradiso in terra, ma sarebbe più semplice cooperare a tutti i livelli!

Non è quindi una sorpresa che la Giornata Mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo che si tiene il 21 maggio enfatizzi il ruolo essenziale del dialogo e della comunicazione interculturale per raggiungere la pace e lo sviluppo sostenibile. Un altro strumento che promuove diverse dimensioni della sostenibilità.

E parlando di sostenibilità intersezionale, è per tutte queste ragioni che ho piazzato la comunicazione interculturale (CI) tra gli strumenti che ci aiutano a promuovere una comunicazione sostenibile e per la sostenibilità.

Cos’è il dialogo interculturale?

Il dialogo interculturale è un processo mediante il quale i membri di gruppi culturali differenti, con le loro rispettive opinioni anche contrastanti, comunicano tra loro, spesso riconoscendo tali differenze. È un processo costruito da entrambe le parti che richiede la collaborazione e l’interazione di tutti i partecipanti.

Può anche essere considerato in termini puramente idealistici: essendo spesso promosso nel campo della diplomazia, il dialogo interculturale tende a descrivere un mondo ideale piuttosto che la realtà attuale. Non a caso è considerato un processo il cui obiettivo è celebrare la tolleranza, il rispetto reciproco e l’apertura. Uno strumento per risolvere i conflitti e stabilire l’armonia.

Per queste ragioni il termine viene anche utilizzato per far riferimento a un mondo animato dalla cooperazione fra le nazioni e/o tra gruppi culturali diversi all’interno degli stessi confini.

Cos’è la comunicazione interculturale?

Possiamo definire la comunicazione interculturale come la disciplina che studia la comunicazione attraverso culture e gruppi sociali differenti, il modo in cui la cultura influenza la comunicazione e come individui appartenenti a culture diverse percepiscono e comunicano il mondo.

Su un piano più concreto, la CI può anche essere definita come il processo attraverso il quale individui con background linguistico e culturale differente condividono significati impliciti ed espliciti, nonché valori, mentalità, sottigliezze, percezioni, manierismi e norme di comportamento.

Si verifica ovunque, in ogni momento.

Magari studi all’estero o ami viaggiare per il modo e interagire con le popolazioni locali. O magari lavori in un contesto multiculturale all’interno di un’azienda internazionale, e hai bisogno di comunicare sia con i/le/* collegh* sia con i/le/* clienti. Non a caso la CI è anche considerata uno dei pilastri del commercio internazionale.

In ciascuno di questi casi, un’adeguata CI permette di creare e nutrire delle buone relazioni. Delle relazioni sostenibili. Ecco perché non può essere trattata in maniera superficiale.

Perché la comunicazione interculturale è importante?

Come abbiamo visto, la CI non si concentra soltanto sulla lingua, ma anche sui pattern sociali e le caratteristiche culturali di ciascun gruppo.

Affinché si verifichi un’adeguata CI è pertanto necessario che i singoli individui comprendano che culture differenti codificano e decodificano i messaggi, la lingua, il mondo, in maniera differente. Il modo in cui vediamo la realtà non è lo stesso in cui le altre persone vedono la realtà. Non possiamo pretendere che i pensieri e le azioni altrui siano uguali ai nostri pensieri e alle nostre azioni. In altre parole, dobbiamo mettere da parte ogni briciola di etnocentrismo.

Il rischio più immediato nella pratica della CI attraverso la lente dell’etnocentrismo è, infatti, l’equivoco interculturale e la creazione di relazioni problematiche.

Lo sapete già, no? Assenza di comunicazione, muri, silenzio, offese, guerre. Roba del genere.

Al contrario, quando gli individui riescono a muoversi in maniera adeguata all’interno delle relazioni interculturali, realizzano comportamenti che si adeguano:

  • alle aspettative di una cultura specifica
  • alle peculiarità e caratteristiche della specifica situazione contestuale
  • al livello e alle caratteristiche della relazione che intercorre fra le parti coinvolte nella situazione.

Tutto ciò potrebbe infine culminare con il raggiungimento degli obiettivi desiderati, il che significa che tutte le parti coinvolte ne escono soddisfatte.

Una CI fruttuosa fa bene anche al singolo individuo. Ci aiuta ad espandere la nostra competenza e consapevolezza interculturale. Ci permette di capire come la cultura influenza sentimenti, pensieri, personalità. Riusciamo, potenzialmente, ad aprire la nostra mente, a giudicare di meno le scelte altrui, oltre, ovviamente, ad imparare nuove lingue e migliorare la nostra flessibilità.

Perché la comunicazione interculturale e la sostenibilità sono interconnesse?

La relazione tra sostenibilità e comunicazione interculturale può essere innanzitutto osservata in relazione al mondo della politica, delle politiche e della ricerca (scientifica inclusa). La CI è ormai uno strumento dominante che collega un’ampia gamma di discipline in tutto il mondo.

Da un lato, infatti, permette a due o più individui di interagire. Dall’altro, però, facilita allo stesso tempo il modo in cui sono confezionati determinati argomenti, nonché come vengono messi a disposizione di un dato pubblico affinché vengano implementati. La CI ci permette pertanto di imparare a costruire delle relazioni resilienti, affidarci agli altri e risolvere i conflitti pacificamente.

Come si lega quanto sopra con la sostenibilità? Beh, la sfida della sostenibilità è glocale. Non è legata ad una sola ed esclusiva comunità, città o nazione. Si tratta di una sfida globale che richiede risposte globali. E si tratta di una sfida locale, che richiede risposte locali, essendo la soluzione globale un amalgama di risposte locali. Di conseguenza, se vogliamo davvero comunicare tra queste diverse risposte, la competenza interculturale e l’empatia verso approcci e circostanze differenti diventa necessaria.

Non casualmente è nato negli ultimi anni il concetto di sostenibilità interculturale. Considerando le tre dimensioni della sostenibilità (ecologica, economica e sociale), questo concetto si ricollega all’idea per cui tali dimensioni potrebbero essere a rischio senza un’adeguata gestione pacifica anche delle relazioni interculturali.

Per tutte queste ragioni è facile comprendere perché le Nazioni Unite abbiano deciso di promuovere il dialogo interculturale come strumento per raggiungere pace e sviluppo sostenibile. Comunicazione interculturale e sostenibilità possono davvero andare di pari passo.

Nel 2001 l’UNESCO ha adottato la Dichiarazione universale sulla diversità culturale, mentre l’anno successive l’Assemblea Generale ha dichiarato il 21 maggio Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo. Inoltre, nel 2015 la Seconda Commissione dell’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la risoluzione su Cultura e Sviluppo Sostenibile.

In questo modo hanno evidenziato il contributo fondamentale della cultura e dell’intercultura alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, riconoscendo il ruolo strategico giocato da culture e dialogo interculturale in quanto facilitatori dello sviluppo sostenibile.

Perfino la famosa Agenda 2030 evidenzia il legame strategico tra i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDG) e la CI, puntando i riflettori su come questi possano essere raggiunti al meglio “facendo ricordo al potenziale creativo delle diverse culture del mondo e impegnandosi in un continuo dialogo per fare in modo che tutti i membri della società beneficino dello sviluppo sostenibile”.

Conclusioni

Abbiamo visto come il dialogo e la comunicazione interculturale possono essere utilizzati in quanto strumenti utili a venir fuori da numerosi colli di bottiglia, tra cui la realizzazione della sostenibilità economica, sociale e ambientale a livello mondiale.

Il dialogo tra differenti comunità culturali deve pertanto essere promosso nel campo della sostenibilità anche per confrontare diversi sistemi di valori e opinioni e come possano essere utili per promuoverne le varie dimensioni. Uno strumento per nutrire nuove possibilità di futuro sostenibile.

Uno dei problemi di questo legame è però la sua realizzazione. Ovviamente il livello istituzionale ed educativo sono fondamentali e, infatti, inclusi nelle dichiarazioni sopracitate. Allo stesso tempo, tuttavia, richiedono uno sforzo non indifferente. Ed è sotto gli occhi di tutti il modo contraddittorio in cui questi due livelli agiscono nei confronti di tutto ciò che riguardi la sostenibilità.

Fonti e cibo per la mente

D. Busch (2016), What Is Intercultural Sustainability? A First Exploration of Linkages Between Culture and Sustainability in Intercultural Research, Journal of Sustainable Development Vol. 9, No. 1.

W. Leeds-Hurwitz (2014), Intercultural dialogue. Key Concepts in Intercultural Dialogue, 1, disponibile qui https://centerforinterculturaldialogue.files.wordpress.com/2014/02/key-concept-intercultural-dialogue1.pdf

UN (n.d.), Cultural Diversity Day, disponibile qui https://www.un.org/en/observances/cultural-diversity-day

UNESCO (n.d.), Cultural Diversity Day, disponibile qui https://en.unesco.org/commemorations/culturaldiversityday

UNESCO (n.d.), Intercultural dialogue and language: the influence of our mother tongues, disponibile qui https://en.unesco.org/interculturaldialogue/blog/406

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